Questa mattina un gruppo di attivisti del collettivo Propal ha fatto ingresso nella sede del Comitato Regionale Veneto della FIGC–Lega Nazionale Dilettanti
in vista della partita Italia-Israele, in programma martedì a Udine. L’iniziativa, pacifica, ha dato luogo a un confronto diretto e dai toni civili con il presidente regionale Giuseppe Ruzza, presenti dirigenti e staff del Comitato.
Gli attivisti hanno chiesto una presa di posizione pubblica della FIGC e della LND in merito all'incontro, sollecitando il rinvio o l’esclusione della nazionale israeliana “per evitare la normalizzazione del conflitto” e richiamando “i precedenti sportivi adottati verso la Russia”. «Lo sport rappresenta la società: disputare la gara invia un messaggio sbagliato», hanno affermato, annunciando anche la partecipazione a un corteo a Udine promosso da numerose realtà nazionali.
Nel dialogo, gli attivisti hanno invitato i comitati territoriali a esercitare “pressione dal basso” sui livelli nazionali e internazionali: «Se ogni comitato regionale si esprimesse, la federazione sarebbe chiamata a porsi il problema in sede UEFA e FIFA». Durante l’azione sono stati esposti slogan, uno striscione e delle bandiere palestinesi; non si sono registrati momenti di tensione né danni alla sede.
Il presidente Ruzza ha ribadito la natura periferica delle competenze del Comitato regionale rispetto alle decisioni su gare e calendari internazionali: «Da Marghera non possiamo fermare la partita di Udine», ha detto, definendo tuttavia «utile» il confronto e impegnandosi a informare i vertici federali — il presidente FIGC Gabriele Gravina e il presidente LND Giancarlo Abete — circa le richieste emerse: «Useremo parole corrette per restituire il clima costruttivo dell’incontro».
Ruzza ha inoltre ricordato le iniziative sociali portate avanti dalla LND Veneto «contro la violenza di genere, per l’inclusione dei giovani stranieri e attraverso progetti nelle carceri e nei centri di accoglienza», sottolineando la “doppia gamba” — agonistica e sociale — della Lega Dilettanti. «C’è chi partecipa in modi diversi: conosciamo il contesto e non siamo avulsi da quanto accade», ha aggiunto.
Gli attivisti hanno replicato chiedendo segnali pubblici e comunicazioni ufficiali “in tempi rapidi”, ritenendo «superati gli equilibrismi» e invitando il Comitato a valutare la diffusione di un proprio messaggio. «Il tempo delle parole è quasi finito: la partita, se disputata, veicolerà un messaggio di normalizzazione», hanno sostenuto.
L’incontro si è concluso senza intervento delle forze dell’ordine e con la promessa, da parte del CR Veneto, di trasmettere a Roma le istanze ricevute e l’esito del confronto.